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Ho il dovere di combattere la piaga del doping

“Ho il dovere di combattere la piaga del doping”

“Il Doping e l’Unione Europea”. E’ il titolo del volume presentato ieri pomeriggio presso il Multicinema Ranieri di Tito Scalo e elaborato da una leggenda dello sport italiano e mondiale, grazie al patrocinio della Regione Basilicata, del Corecom. Alla presentazione del volume ha preso parte David Messina, vice presidente nazionale Ussi (Unione Stampa Sportiva Italiana), Eustacchio Tortorelli, presidente del Coni regionale, Loredana Albano, presidente del Corecom che ha fatto gli onori di casa, Piero Rinaldi, presidente della Lega Nazionale Dilettanti – Comita to Regionale di Basilicata, Matteo Lioi, presidente regionale Fci, Dante Tirico, rappresentante antidoping della Figc e Romano De Grazia, Presidente della Quarta Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione, oltre ad autorità politiche quali il vice presidente della Giunta Regionale di Basilicata, Gaetano Fierro e il Consigliere regionale Udeur Luigi Scaglione.
Il riferimento va a Pietro Mennea, campionissimo della regina degli sport, vale a dire l’atletica leggera, primatista del mondo dei 200 metri con il tempo di 19.72 e plurimedagliato. Le immagini salienti della straordinaria carriera del campione pugliese hanno fatto da sfondo alla tavola rotonda. II volume conferma l’impegno istituzionale, morale e politico del campione barlettano alle prese con la piaga latente del doping nello sport.
Dai campi di gara fino alle stanze della politica, è questo il frutto del lavoro meticoloso del fuoriclasse azzurro di atletica leggera che ha dato lustro all’evento puntando l’indice sull’impegno civile ed etico che viene racchiuso nella sua opera, snella e piena di contenuti, tutti incentrati sul tema caldo della lotta al doping che vede impegnati in prima linea, sportivi, dirigenti, addetti ai lavori, istituzioni e famiglia. II doping, fattore negativo per lo sviluppo della pratica sportiva necessita politiche di vario genere e target tese a debellarne gli effetti spesso letali che la pratica comporta. Atleti e addetti ai lavori sono chiamati a fare un serio esame di coscienza sulle cause negative che il doping fa registrare quotidianamente, soprattutto in alcune discipline. La piaga del doping almeno a giudicare gli interventi e i contenuti del volume di Mennea è la degna rappresentazione della società e dei valori, spesso negativi generati dal consumo di sostanze dopanti. Piaga sentita che va combattuta in ogni modo, soprattutto grazie all’ausilio dei mezzi di informazione chiamati a dare un contributo serio alla problematica in questione. Il Coni e le Federazioni Sportive sono chiamati a fare quadrato intorno ad un problema di non facile risoluzione che potrebbe avere nel supporto della giustizia un valido strumento di lotta alla tematica in questione.
Gli intervenuti hanno puntato l’indice sugli aspetti della mancanza dei valori, del senso di emulazione dei giovani che puntano a “fotocopiare” i campioni più celebrati e diventarne cloni, nonostante gli effetti drammatici dell’assunzione di sostanze anabolizzanti e dopanti. Un convegno a più voci, quello sponsorizzato dal Corecom e dal presidente Loredana Albano che ha posto le basi per la lotta seria e minata del problema in questione, i cui frutti, almeno si spera devono essere immediati.
Da un campione come Mennea, partono messaggi importanti per i giovani. Il fuoriclasse azzurro ha affermato: «Sento il dovere di combattere la piaga del doping. Durante la mia carriera non ho mai fatto uso di sostanze dopanti. Non ho mai patito strappi muscolari e infortuni, segno tangibile che la mia professionalità, è stata indiscussa e sempre al servizio dei giovani. Tutto lo sport deve essere compatto per debellare una piaga latente e spesso deleteria per i giovani e le speranze dello sport nazionale. Ai miei tempi mi allenavo 365 giorni all’anno, ininterrottamente. Ora i giovani sentono il bisogno di misurarsi e competere con ogni mezzo per emulare i campioni, questo aspetto va modificato con un piano serio e un programma assai dettagliato».

Francesco Menonna

Articolo tratto da Il Quotidiano del 16.06.2007 

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