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50 medaglie olimpiche, fra Giochi estivi (12 complessivamente, a partire da Seul 1988), invernali (2, da Torino 2006) e paralimpici (36, da Pechino 2008); 431 medaglie fra campionati Mondiali (188) ed Europei (243); e presto il traguardo dei mille titoli nazionali, fra individuali e a squadre. Per non dire delle partecipazioni e dei successi ottenuti ai Campionati Mondiali Universitari e ai Giochi del Mediterraneo. È un contributo importante allo sport italiano quello offerto in 40 anni di attività dal gruppo sportivo delle Fiamme Azzurre, gli atleti del Corpo di Polizia Penitenziaria. Ed oggi tale contributo è stato riconosciuto al massimo livello dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano, che per celebrarlo degnamente ha aperto le porte del proprio Salone d’onore.
Una festa, più che una cerimonia, nella quale, moderati dalla giornalista e conduttrice televisiva Eleonora Daniele, sono intervenuti il Presidente del CONI Giovanni Malagò, il Presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli, il Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove e il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Giovanni Russo. In una successione di momenti nella quale si sono alternati parole, ricordi, video celebrativi, il nuovo inno delle Fiamme Azzurre – composto dal maestro Aldo Tamburelli per la voce della cantante nonché atleta paralimpica del gruppo sportivo Annalisa Minetti – e l’entusiasmo dei circa 120 atleti presenti.
“Le Fiamme Azzurre, una lunga storia. E oggi una celebrazione importante”, ha detto Malagò che, insieme agli atleti, ha voluto rendere omaggio anche alla squadra dei tecnici: “Avete molti allenatori particolarmente invidiati da altri gruppi sportivi”. Il presidente del CONI ha inoltre ricordato la scintilla che, quarant’anni fa portò alla nascita del gruppo sportivo. La storia delle Fiamme Azzurre inizia infatti su impulso dell’indimenticato campione olimpico dei 200 metri Pietro Mennea, che insieme al magistrato Raffaele Condemi, appassionato di sport e vicino alla Polizia Penitenziaria, si impegnò profondamente per la costituzione del gruppo sportivo del Corpo, che avvenne con decreto dell’allora ministro della Giustizia del 25 luglio 1983. Significativa e commovente la testimonianza della vedova di Mennea, Manuela Olivieri, che ha ricordato come proprio grazie all’amicizia con il magistrato Condemi ebbe l’opportunità di conoscere l’uomo che sarebbe poi diventato suo marito.
“Voglio ringraziare le Fiamme Azzurre per il contributo che hanno dato per portare l’Italia sportiva sulle vette del mondo”, ha affermato il sottosegretario Delmastro Delle Vedove. “Atleti che sanno coniugare, esattamente come devono fare le Divise, l’etica del sacrificio, del merito e dell’applicazione di sé”.
“Voi ci spronate a essere migliori”, ha sottolineato Russo. “Voi non rappresentate soltanto una compagine sportiva: voi siete il gruppo sportivo del Corpo di Polizia Penitenziaria. Quando nacque il Corpo, 206 anni fa, i suoi appartenenti si chiamavano ‘soldati di giustizia’. Io ho coniato in maniera un po’ ardita una definizione per voi: gli ‘atleti della giustizia’. Voi siete un simbolo per la Polizia Penitenziaria”, ha concluso il Capo del Dap. “Siete i portabandiera del nostro modo di essere e del nostro modo di fare polizia”.
Le prime apparizioni in competizioni agonistiche sono datate 1985 e da allora le Fiamme Azzurre – che dal 2019 sono guidate dall’ex mezzofondista e oggi Dirigente di Polizia Penitenziaria Mariano Salvatore – si sono imposte ai massimi livelli in campo nazionale e internazionale. Ventitré le sezioni sportive in cui il gruppo è articolato: atletica leggera, canoa, ciclismo, judo, lotta, karate, nuoto, sollevamento pesi, danza sportiva, pentathlon moderno, pugilato, scherma, sport equestri, sport del ghiaccio, sport invernali, tennis tavolo, tiro a volo, tiro con l’arco, triathlon, vela, tiro dinamico sportivo e sport paralimpici. Dal 2019, inoltre, è stata annessa come sezione sportiva del calcio l’Astrea, squadra della Polizia Penitenziaria.
Le Fiamme Azzurre possono fregiarsi di essere il primo gruppo sportivo di un Corpo dello Stato a sottoscrivere un protocollo d’intesa con il Comitato Italiano Paralimpico nel 2007. E il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria – prima tra le amministrazioni pubbliche – grazie al decreto del ministro della Giustizia 212 del 2021, ha potuto assumere i primi 5 atleti paralimpici direttamente nei ruoli della Polizia Penitenziaria. “Un successo per il Paese che sta cambiando attraverso lo sport. Su questo siamo un pochino più avanti rispetto ad altri”, ha ricordato Pancalli rivolgendosi agli atleti e sottolineando: “Il primo concorso per atleti paralimpici nella Polizia Penitenziaria è un grandissimo risultato per lo sport e per il Paese. E di questo dovete andar fieri tutti voi”.
Un tecnico – Alessandro Bottoni, allenatore della squadra di triathlon – e tre atleti sono stati premiati nel corso della cerimonia: si tratta della ciclista su strada Marta Bastianelli e del velocista paralimpico Max Manu Amo. E infine il campione del tiro a volo Giovanni Pellielo, che a breve entrerà a pieno titolo nella storia dello sport italiano. L’atleta vercellese, 53 anni, vincitore di 4 medaglie olimpiche individuali, 10 titoli mondiali e 12 titoli europei, ai prossimi Giochi di Parigi 2024 eguaglierà infatti lo storico primato di 8 partecipazioni olimpiche. Prima di lui solo le due leggende dell’equitazione Piero e Raimondo D’Inzeo potevano vantare un tale palmares, ma all’epoca non esisteva l’attuale procedura delle qualificazioni olimpiche e la convocazione dipendeva esclusivamente dalla scelta tecnica delle federazioni sportive e dal Coni. E chissà che dopo tre argenti e un bronzo, non possa festeggiare tale primato con una strameritata medaglia d’oro.